« Dunque nel nostro lavoro, come del resto in ogni altra attività,
dovremmo guardare avanti, molto avanti, con grande speranza ed obiettivi
elevati, e guardare attorno a noi con gioia e buona volontà; guardare
indietro con gratitudine per ciò che è stato compiuto, e quindi
continuare con rinnovato vigore, con pronto spirito d’iniziativa e con più
larga veduta sulla meta ultima che vogliamo raggiungere, aiutando
nel contempo gli altri sul cammino. |
Oggi, a 26 anni, è presto per tracciare un bilancio della propria vita. Non posso ancora dire
se sono stato l’alpinista che "sale su diritto seguendo il sentiero fatto dagli altri o indicato
nella guida; tiene gli occhi fissi su quel sentiero, per non perderlo; la sua idea fissa è di
farcela ad arrivare in cima" o quello che "è ugualmente ansioso di arrivare in cima, ma che
guarda più lontano. Guarda avanti a sè ed in alto e vede le varianti che, a causa di frane, si
possono fare rispetto al sentiero preesistente, e varia il suo percorso di conseguenza, ...
si ferma a guardare attorno a sè per rendersi conto della vista spettacolosa che ad ogni passo
si apre e si dispiega dinanzi a lui...".
Certamente anche in quest’ultima meta lunga e impegnativa da raggiungere, tutti voi avete
giocato un ruolo fondamentale, aiutandomi a portare quello zaino a volte pesante o preparato
con poco spirito di essenzialità e a spingere, in sentieri spesso impossibili da attraversare,
la mia inseparabile mountain bike.
Grazie, in primo luogo, alla mia famiglia chi ha reso possibile la realizzazione di questo
sogno, con molti sacrifici e rinunce. Grazie a Lilly, inseparabile compagna di studi e successi,
con la quale preparavo un tempo lezioni o compiti in classe, ultimamente esami universitari.
E' proprio vero: ai cani manca solo la parola.
Grazie a quel fazzolettone, blu e giallo prima, giallo e verde ora, simbolo di una Promessa
fatta nel lontano 1987 e che dovrei ricordare di rinnovare ogni giorno, con il quale ho
imparato ad accettare sfide impossibili, ho scoperto il calore di un fuoco di bivacco e la
gioia nell'addomentarsi dopo una giornata di strada sotto la pioggia. Sono stato fortunato
nel poter camminare accanto a lupetti, esploratori, rovers, scolte, capi più o meno giovani
di me: con loro ho cantato e sorriso anche nelle difficoltà.
Un grazie lo devo sicuramente a chi mi ha accompagnato più da vicino in quest'ultima avventura.
Al professor Zoppoli, a Marco e Cristiano per la disponibilità e la simpatia con la quale
hanno sempre risposto alle tante e spesso banali domande che ponevo loro. Ai tanti amici,
italiani e non, della Casa dello Studente, compagni di colazioni, pranzi, cene, feste più
o meno improvvisate, che con la loro allegria hanno allegerito non di poco le mie fatiche
universitarie.
Ad Ugo (il Foss) che, con i suoi compari Fulvio, Maurizio, Fabio e la sua spontaneità, mi ha
spesso coinvolto in equivoci da Premio Oscar, col rischio sempre sfiorato o di finire fuori
dalle aule delle lezioni per le troppe risate o di prendere sonore legnate da qualche bella
ragazza. Grazie, infine, a Giuliano, con il quale ho condiviso sogni e progetti, in ambito
scout o come futuri ingegneri, montandoci spesso la testa.
Nella speranza che quella intrapresa da ciascuno di noi possa condurre verso il successo,
auguro a tutti: buona strada !
Genova, 8 giugno 2000
Davide Menoni
Ringraziamenti,
Introduzione,
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Bibliografia